The Rite of Summer
Estate. Riviera romagnola.
Cosa vi viene in mente accostando questi due elementi? Probabilmente una spiaggia molto affollata, le grida dei bambini in sottofondo, l’odore della crema solare e gli ombrelloni stipati con l’ombra che non basta mai perché finisce sulla sdraio del vicino.
Ecco, scordatevi tutto questo. O meglio, mettetelo da parte per un momento. Perché la giornata dura ventiquattr’ore e la spiaggia non scompare quando raccogliete le vostre borse e i costumi bagnati e ve ne andate a cena o a ballare o a passeggiare tra le vie del centro.
Anzi è proprio in quel momento, quando la folla si allontana e gli ombrelloni vengono chiusi, che un’altra scena prende vita: un caleidoscopio di stoffe e colori, di drappi liberi di danzare al vento, accompagnati soltanto dallo stridio dei gabbiani e dallo sciabordare delle onde.
Una celebrazione dell’estate; un rituale passeggero ed eterno che si ripete ogni sera al calare del sole, mai uguale, finché la stagione finisce. Almeno fino all’anno successivo.
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